venerdì 6 aprile 2018

I 3000 di Nanchino

Il ponte sul fiume Nanjing distrutto dai giapponesi


Di misteriose scomparse collettive la storia è piena, leggende, dicerie e fatti che entrano nella cronaca. Una delle storie meno note, che fa pensare alla Roanoke di Stephen King, ma che è accaduta davvero, è quella dei quasi 3000 soldati che scomparvero in poche ore senza lasciare traccia e che non furono mai più trovati.
Siamo nei pressi di Nanchino, è il Dicembre del 1939, o 1937, la faccenda non viene discussa quasi mai ufficialmente e le fonti non coincidono, siamo in ogni caso al culmine del conflitto Sino-giapponese, a seguito della strage di Nanchino.

Il colonnello Li Fu Sien schierò 2988 soldati a guardia delle colline di Nanjing, con lo scopo di proteggere il ponte sul fiume Nanjing da un imminente quanto inevitabile attacco giapponese.
Le truppe si schierarono appostate dove indicato e approntarono come da prassi fuochi e trincee.

Quando il colonnello Li si svegliò l'alba del giorno seguente diede disposizioni per contattare i soldati dispiegati a guardia del ponte; non ricevendo alcuna risposta dal reggimento si recò sul posto. 
Erano scomparsi tutti, non c'era traccia di alcun soldato di quel reggimento, le armi, leggere e pesanti erano ordinatamente disposte nelle trincee e i fuochi erano ancora accesi. Un posto di guardia composto da un manipolo di uomini a breve distanza dall'ubicazione del reggimento, affermò di non aver sentito niente e di non aver notato nulla di strano. Non c'era alcun segno di lotta e non mancava nulla, eccetto i soldati e gli ufficiali. 
Molte sono le teorie che spopolano, alcune davvero ai confini della realtà, personalmente propendo per l'unica che sembrerebbe avere un senso, una diserzione di massa.
Certo l'unico passaggio obbligato per lasciare la zona sembrerebbe essere il ponte successivo, in quel momento piantonato dall'esercito giapponese, e anche se l'evento è certamente successivo alla strage di Nanchino, le fonti, la maggior parte orientate sul 1939, non sono però concordi; come suddetto, alcuni fanno risalire l'evento al 1937, ovvero subito dopo ai tragici eventi di Nanchino.
 "L'incidente" come alcuni lo definiscono eufemisticamente, anche noto come strage di Nanchino, descrive le "gesta" dell'esercito giapponese, che si macchio di ogni genere di abusi e malvagità durante l'assedio di Nanchino, massacrando, secondo fonti storiche, circa 300000 persone, e non si limitarono ad uccidere.
Di fatto, anche tenendo conto dell'ipotesi più plausibile, diserzione, come 3000 persone abbiano potuto coordinare un'azione simile e metterla in pratica in una manciata di ore, senza lasciare tracce né essere visti da nessuno, desta perplessità e suggestiona ancora oggi. 
Sembra quasi di vedere questa truppa silenziosa che si allontana di notte per le campagne devastate dalla guerra, e si perde in una nebbia impalpabile che non li restituirà mai...

domenica 25 marzo 2018

Ghost in the Shell...



Era il 1995 quando Mamoru Oshii, sulla scia del Manga di Masamune Shirow, partoriva Ghost in the Shell, che al di là della forma rappresentativa prescelta, Anime (per i puristi), Cartone animato per i piu', resta ad oggi, secondo me, un capolavoro Cyber Punk.
Primo nel suo genere, insieme a Johnny Mnemonic dello stesso eccezionale 1995, introdusse spunti di riflessione e tematiche che 20 anni dopo, oggi, sarebbero diventati talmente centrali da vantare una notevole filmografia sull'argomento. Del resto l'arte disegna la vita e di fatto oggi la questione della sinteticità totale o parziale di un essere di forma umana è centrale.
Quelli di oggi sono veramente Strange Days, come dicevano i Doors, o come recita il titolo della pellicola prodotta da James Cameron, sempre nel 1995; la tecnologia per produrre organi e protesi sintetiche e soprattutto corpi sintetici sempre più sofisticati ha toccato vette tali che è possibile riprodurre in maniera quasi convincente, l'apparenza di una persona; si parla di bambole sessuali dotate di AI commercializzabili per il 2020, e ci sono già in giro "bambole parlanti" che svolgono le stesse "funzioni". Si bisbiglia di "collaboratori domestici" robot, e di androidi in guerra...
Ma il dilemma ancora oggi rimane quello; il '95 che tentò di sdoganare queste riflessioni, riuscendo di fatto a rivolgerle solo ad gruppo sparuto di osservatori perchè per i più furono solo film di fantasia sfrenata, lanciò il problema della coscienza e della percezione, della consapevolezza dell'Io e di quello che ne deriva, una questione tutt'oggi aperta.
Lungi dall'essere un semplice indugiare sul Cartesiano "cogito ergo...", piuttosto si tratta della domanda delle domande; può un ammasso di plastica e metallo provare un sentimento? Può arrivare a prendere coscienza di se fino al punto di rielaborare ricordi ed esperienze e farne un "sentire proprio"? Può l'uomo arrivare così vicino a sentirsi "Dio" ?

Di fatto, se anche volessimo considerare la capacità di dare vita a creature senzienti dotate di sentimenti come divina, è una prerogativa che di fatto l'essere umano possiede già, seppur attraverso un "pasticciato" ma divertente procedimento.

Ma resta la domanda fondamentale, possiamo dare un cuore alla plastica? E se o quando dovessimo riuscirci quale sarà il limite, la differenza, l'importanza, di essere veramente del tutto umani ?





martedì 2 gennaio 2018

Punk is dead?...!!!



In un certo senso, ahimè, si, dai, non a caso i veri PunKofili si confortano con glorie antiche, pre-, punk e post-, e oramai anche i portatori del vessillo del post-punk sono invecchiati, talvolta anche estinti, e a tal proposito come non citare il "caro" 2016 che ha fatto strage di noti e di nicchia.

Ora, se è vero che di gruppi punk, specialmente punk-hardcore, il sottobosco musicale delle metropoli Europee trabocca, da Napoli a Berlino passando per Marsiglia, è altrettanto vero che io non sento nulla di originale quando li ascolto, ma solo delle ottime band fotocopia, e non a caso non le definisco cover band.

Mettono il loro titolo e le loro parole su artifici e (de)virtuosismi acustici dei Dead Kennedys, dei Clash, dei Sex Pistols, ma nulla che non sia stato già cantato e suonato in quello stesso modo.

Dunque chiamatemi nostalgica, ma questo è punk, e non morirà mai, alzate il VOLUMEEEE!!!