domenica 25 marzo 2018

Ghost in the Shell...



Era il 1995 quando Mamoru Oshii, sulla scia del Manga di Masamune Shirow, partoriva Ghost in the Shell, che al di là della forma rappresentativa prescelta, Anime (per i puristi), Cartone animato per i piu', resta ad oggi, secondo me, un capolavoro Cyber Punk.
Primo nel suo genere, insieme a Johnny Mnemonic dello stesso eccezionale 1995, introdusse spunti di riflessione e tematiche che 20 anni dopo, oggi, sarebbero diventati talmente centrali da vantare una notevole filmografia sull'argomento. Del resto l'arte disegna la vita e di fatto oggi la questione della sinteticità totale o parziale di un essere di forma umana è centrale.
Quelli di oggi sono veramente Strange Days, come dicevano i Doors, o come recita il titolo della pellicola prodotta da James Cameron, sempre nel 1995; la tecnologia per produrre organi e protesi sintetiche e soprattutto corpi sintetici sempre più sofisticati ha toccato vette tali che è possibile riprodurre in maniera quasi convincente, l'apparenza di una persona; si parla di bambole sessuali dotate di AI commercializzabili per il 2020, e ci sono già in giro "bambole parlanti" che svolgono le stesse "funzioni". Si bisbiglia di "collaboratori domestici" robot, e di androidi in guerra...
Ma il dilemma ancora oggi rimane quello; il '95 che tentò di sdoganare queste riflessioni, riuscendo di fatto a rivolgerle solo ad gruppo sparuto di osservatori perchè per i più furono solo film di fantasia sfrenata, lanciò il problema della coscienza e della percezione, della consapevolezza dell'Io e di quello che ne deriva, una questione tutt'oggi aperta.
Lungi dall'essere un semplice indugiare sul Cartesiano "cogito ergo...", piuttosto si tratta della domanda delle domande; può un ammasso di plastica e metallo provare un sentimento? Può arrivare a prendere coscienza di se fino al punto di rielaborare ricordi ed esperienze e farne un "sentire proprio"? Può l'uomo arrivare così vicino a sentirsi "Dio" ?

Di fatto, se anche volessimo considerare la capacità di dare vita a creature senzienti dotate di sentimenti come divina, è una prerogativa che di fatto l'essere umano possiede già, seppur attraverso un "pasticciato" ma divertente procedimento.

Ma resta la domanda fondamentale, possiamo dare un cuore alla plastica? E se o quando dovessimo riuscirci quale sarà il limite, la differenza, l'importanza, di essere veramente del tutto umani ?





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